Chiunque abbia prestato un minimo di attenzione a quella che possiamo chiamare la scena musicale toscana si è interessato o almeno imbattuto nei ROS. Il gruppo nato nella zona di Siena si è fatto conoscere in numerosi concerti in tutta la regione aggiudicandosi anche ottimi risultati in vari contest di band musicali come l’Orcia Rock Festival e il Rock Contest di Controradio superando più di 700 gruppi in gara. La loro voglia di esprimersi artisticamente si concretizza in numerosi brani e video musicali e prossimamente anche in un album. Il gruppo si compone di Camilla Giannelli (voce/chitarra elettrica), Lorenzo Peruzzi (batteria/seconda voce) e Kevin Rossetti (basso elettrico) e in questo articolo si sono lasciati fare alcune domande dal Mu-Fo.

Prima della intervista vera e propria è necessario fare delle considerazioni: i Ros mi hanno pregato di evitare la domanda sull’origine del loro nome forse perché sono stufi di sentirselo chiedere continuamente o forse perché esso è legato a mistici motivi che non possono essere pubblicamente dichiarati. Lascio quindi al lettore il compito di trovare la verità o immaginare leggendari motivi. Inoltre mi hanno chiesto di non parlare troppo esplicitamente delle canzoni del nuovo album stimolando però così il mio ingegno verso folli domande.

Quando si scoprono i Ros la prima cosa che colpisce è la presenza di Camilla come carismatica e colorata frontgirl, mentre potendo vedere un vostro live si ha come l’impressione che lei con voce e chitarra tenga a bada la maschile parte ritmica del gruppo, come nasce questa vostra formazione a tre?

Kevin e Camilla, amici di vecchia data, dopo essersi ritrovati costretti a concludere un progetto musicale che già li vedeva insieme a causa di varie discordie, hanno deciso di formarne uno nuovo dal numero ristretto di componenti e su cui investire molto: tra i vari batteristi provinati hanno scelto Lorenzo, reduce anche lui da esperienze di diversa matrice musicale. L’idea sulla direzione da prendere era già ben chiara nella mente di Camilla e si è trattato solo di plasmarla insieme ai ragazzi. La formazione in trio non è di certo casuale e deriva sicuramente dall’influenza che hanno avuto su di noi determinati gruppi della scena americana e inglese. In questo modo ogni componente è fondamentale per far girare i brani e assume quindi un’importanza rilevante, ci completiamo perfettamente ed è stato stimolante dar vita a brani differenti intrecciando ed esplorando tutte le possibilità dei nostri tre strumenti. Non è tutto: per esperienza, tutti e tre possiamo affermare con sicurezza che anche a livello decisionale e produttivo questa formazione permette di ottimizzare tempi e scelte su tutto quello che concerne la band. Per quanto riguarda la grinta di Camilla sul palco, non è facile tenerla a bada!

Nel 2016 siete saliti insieme a Motta e ai 10 finalisti del Rock Contest di Controradio sul palco dell’Auditorium Flog di Firenze. Ci raccontante della adrenalinica esperienza e di altri palchi sui quali avete suonato?

È stata assolutamente l’esperienza più emozionante fino ad ora per noi. Trovarsi sul palco di una Flog sold out non è di certo da tutti i giorni e speriamo vivamente che sia solo l’inizio. Per noi è stato un grandissimo traguardo poterci confrontare con gruppi di gran calibro, ricevere una risposta positiva portando la nostra musica per la prima volta di fronte a tutta quella gente, aprire un validissimo artista del momento come Motta e godere dei consigli del grande Alberto Ferrari dei Verdena. Tutto ciò ci ha dato una grandissima forza, una forza che è penetrata in ogni nota del disco che abbiamo iniziato a registrare pochi giorni dopo e che ci fa fremere dalla voglia di tornare sul palco il prima possibile a lavoro finito! Di belle esperienze Live ne avevamo già fatte varie, fin da subito abbiamo lavorato sodo, e questo ci ha dato la possibilità di poter calcare dopo non molto grandi palchi della zona e non: dalla “Festa della Musica” di Chianciano Terme, al “Rock For Life” in Umbria, fino anche al “Borgo in Arte Festival” in Lazio. Salire sul palco per noi è sempre una scarica di adrenalina immensa e ogni volta facciamo il massimo per avvolgere il pubblico con la nostra instancabile energia.

Naturalmente mi vengono in mente parallelismi con altre band che vantano una voce femminile: Cranberries e Paramore nel panorama internazionale o Lacuna Coil, Giorgieness e Gomma per quello italiano. Avete artisti ai quali vi ispirate e da cosa nasce la vostra musica? Inoltre vi sentite legati ad un certo standard musicale o suonate senza limiti alla fantasia?

Una cosa di cui siamo felici è il fatto di non esserci voluti ispirare particolarmente a nessuna realtà tirando su il progetto: ovviamente il nostro background e i nostri gusti si sono fatti sentire in fase di composizione, ma abbiamo voluto lasciare il più possibile libero spazio alla creatività senza attingere da cose che già conoscevamo, anzi tentando il più possibile di creare qualcosa che ci caratterizzasse totalmente. Lavorando sul disco abbiamo finalmente trovato la nostra identità sonora e sentiamo senz’altro di dovere qualcosa ad alcuni gruppi che stimiamo molto: Royal Blood per quanto riguarda l’impatto sonoro, Nothing But Thieves per le dinamiche e le possibilità vocali, Muse in particolare per le linee e l’effettistica del basso. I gruppi che hai nominato li seguiamo con molto piacere, punti di contatto e caratteristiche comuni ci sono di certo, ma ognuno ha allo stesso tempo sviluppato un’identità ben chiara e personale e definire ancora meglio i nostri tratti emblematici è stato uno degli obiettivi principali con la realizzazione del disco.

Una parte molto interessante delle vostra produzione artistica sono i video musicali (ecco un esempio) pensati insieme a Simone Ventura i quali tra atmosfere gotiche e powerpop danno immediatamente una immagine chiara di voi come una band decisa a sviluppare un progetto musicale completo. Qual è il lato dei Ros che deve essere colto dai video e da cosa nasce l’idea di realizzarli?

La sceneggiatura dei video la impostiamo sempre durante lunghe riunioni a tavolino con il regista e non, a volte accompagnate da alcolici di remota provenienza. Ci piace partecipare attivamente alla premeditazione dei video per essere sicuri di improntarli sempre su uno stile che ci rappresenti, per noi è molto importante che il nostro progetto appaia completo e coerente su tutti gli aspetti: l’intento è quello di dare un forte impatto visivo oltre che sonoro ai nostri brani per calare il pubblico in un’atmosfera vivida, dove la decadenza dei toni più cupi incontra la raffinatezza dei colori più nitidi. Ci sentiamo molto ispirati dalla letteratura romantica ma anche dalle ambientazioni bohémien, senza tralasciare tocchi di modernità e location accattivanti. Chi ci segue ormai sa come questa dicotomia sia a noi cara e si rispecchi a pieno anche con i due volti di Camilla: da un lato carismatico ed elegante e dall’altro forte e aggressivo.

Veniamo al nuovo album. Abbiamo detto che non ne parliamo direttamente e quindi voglio che giochiate a fare dei paragoni sensoriali. L’album si distacca dalla produzione musicale fin ora realizzata? Come lo descrivereste se fosse un colore? E se fosse un luogo? E se fosse un tipo di sbronza?

Sembra divertente! Effettivamente per il momento preferiamo non esagerare con le anticipazioni, l’unica cosa che siamo felicissimi di poter affermare per adesso è che l’obiettivo di delineare e indirizzare il nostro suono in una direzione chiamata ROS è finalmente raggiunto in questa produzione. Le prime uscite sono state utilissime per sperimentare le nostre possibilità e porre le basi per quella che sarebbe stata una ricerca verso un’impronta ancora più definita ed evoluta. Veniamo a noi: per quanto riguarda il colore, non vorremmo essere banali, ma è a tutti gli effetti il rosso. Un rosso intenso e profondo, che trasmetta energia, pericolo, sensualità ed eleganza allo stesso tempo. È il nostro colore identitario, come forse avrete immaginato. Il luogo sarà invece Las Vegas: la città notturna per eccellenza. Una città elettronica, da esplorare in tutte le sue insidie e i suoi misteri tra le luci della notte, fino ad aspettare i raggi del sole dell’alba, che ti riportano dolcemente alla quotidianità. La sbornia ce la prendiamo invece con il Whiskey: un alcolico raffinato ma forte, che va gustato lentamente e che lascia una piacevole amarezza in bocca.

Ringrazio i Ros per aver partecipato a questa intervista del Music-Forum. Aspettiamo curiosi di sentire il nuovo album e vedere nuovi video musicali ed esibizioni.